venerdì 24 ottobre 2014
lunedì 20 ottobre 2014
Udienza presso il TAR Liguria e mobilitazione nelle scuole
L'udienza presso il TAR Liguria per ottenere la sospensiva della delibera della Provincia è stata fissata per giovedì 23 ottobre 2014.
Se la richiesta sarà accolta, ci sarà bisogno più che mai della mobilitazione di tutti per sensibilizzare i Collegi Docenti, i Consigli di Classe, i Consigli d'Istituto e i Dirigenti, perché l'anno scolastico non continui come è iniziato e le scuole deliberino il ritorno all'orario sui sei giorni.
Se ci avete seguito fin qui, non fermatevi proprio adesso!
Grazie a tutti per la collaborazione.
I ricorrenti
Nicoletta Pavia
Emanuela Massa
Paolo Fasce
Arianna De Ferrari
giovedì 2 ottobre 2014
Il ricorso è partito, ora attiviamoci nelle scuole
Il ricorso contro la delibera della Provincia che stabilisce la chiusura al
sabato delle scuole superiori è stato notificato mercoledì 1 ottobre al
Tribunale Amministrativo della Liguria. L’iniziativa è nata per impulso di alcuni
genitori ed insegnanti del Coordinamento Genitori Democratici ligure (CoGeDe), ed ha raccolto
un vasto consenso.
L’obiettivo dei ricorrenti è di ottenere una sospensione della delibera con
effetto immediato: perciò chiedono a tutti coloro che condividono le ragioni
del ricorso di attivarsi presso i Consigli di Istituto e di sensibilizzare i
Dirigenti scolastici perché le scuole si attrezzino per tornare al più presto
all’orario sui sei giorni.
Sembrava un’impresa impossibile, e invece i soldi necessari a coprire le
spese sono stati raccolti quasi tutti in pochissimo tempo, grazie ai contributi
di moltissime persone, per la maggior parte genitori, che vogliono dire no ad
un provvedimento che ha il solo obiettivo di far risparmiare sul riscaldamento (350.000 euro su base annua, tanto vale
l’istruzione superiore a Genova…) e non prende in alcuna considerazione le
tante, inevitabili conseguenze sulla qualità della didattica, sulla possibilità
di apprendere, sull’organizzazione dei
tempi di studio e di vita degli studenti, costretti a lezioni frontali anche
per sette ore di seguito, magari seguite, come nel caso degli istituti tecnici e
professionali, da altre ore ancora nel pomeriggio.
Sul tema della settimana corta è
lecito avere opinioni diverse, e i più fortunati saranno anche felici di
approfittare del sabato libero per andare in montagna o al mare coi propri
figli… Non si tratta, infatti, di essere
ideologicamente contrari alla settimana scolastica di cinque giorni, ma di
respingere un’imposizione illegittima che cambia tutto senza cambiare niente:
meno giorni ed ore accorciate, senza
alcun riguardo al sistema scolastico reale, che è ancora quello pensato sui sei
giorni.
In ogni caso, per gli studenti, settimana corta a scuola significherà mangiare
male, avere meno tempo da dedicare allo studio a casa, alle attività sportive,
ai propri interessi… ed avere, in
compenso, una serata in più per lo “sballo”…
A farne le spese saranno, come sempre,
i più deboli, quelli che la scuola dovrebbe poter sostenere e che invece
si rassegna ormai a perdere, come i dati sulla dispersione scolastica
drammaticamente evidenziano.
Per questo, dopo aver interpellato finora senza risultato le Istituzioni, i
genitori e gli insegnanti del CoGeDe hanno deciso di ricorrere alle vie legali
per difendere il diritto allo studio e quello alla salute, che non dovrebbero
essere in contraddizione tra loro e che le Istituzioni dovrebbero per prime
tutelare… Tra le motivazioni del ricorso, si segnalano appunto la violazione
delle norme costituzionali in materia di diritto allo studio, oltre alla palese
violazione dell’autonomia scolastica, al mancato rispetto delle esigenze degli
studenti e delle famiglie, con riguardo anche ai diritti degli studenti
disabili, di fatto ulteriormente penalizzati.
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